domenica 23 settembre 2018

UNA MORDATELLA...PARTICOLARE

LA MORTADELLA DI CAMPOTOSTO

Il secondo prodotto che vi vogliamo presentare è la Mortadella di Campotosto.
Campotosto è un paese che si trova all'interno del Parco Nazionale del Gran Sasso, affacciato sull'omonimo lago, in provincia dell'Aquila, Abruzzo.






(foto tratta da www.abruzzoparchi.it)







Anche questa zona è stata duramente colpita dal sisma del 2016.







Il nome mortadella non deve farvi pensare al più noto salume bolognese perché, questa con la sorella maggiore emiliana, ha in comune solo il tipo di carne utilizzata.
La carne utilizzata proviene da suini allevati esclusivamente in zona, nel territorio dei Monti della Laga.




Solo usati solo tagli pregiati e magri,  macinati molto finemente, conditi con sale, pepe e vino bianco. Viene aggiunta anche della pancetta, sempre tagliata molto finemente, per dare morbidezza . A questo punto l'impasto riposa in contenitori di legno o acciaio per almeno 24 al termine delle quali si aggiunge un infuso di cannella e chiodi di garofano per aromatizzare ulteriormente.






(foto tratta dalla pagina Facebook "Nonna Ina")



Una parte di carne viene presa e, come un'enorme polpetta, viene messo a mo' di ripieno, una barretta di lardo lunga circa 10 centimetri, e proprio come una polpetta, viene richiusa e modellata a forma oblunga.










L'insaccatura avviene manualmente, pezzo per pezzo, cucendo il budello attorno all'impasto.
Confezionate in coppia vengono appese ad una trave sopra ad un camino per un'affumicatura di 15 giorni con legno di quercia o di faggio per poi passare alla stagionatura vera e propria che avviene in camere naturali.





(foto tratta dalla pagina Facebook "Nonna Ina")






Il vento di tramontana e l'altitudine di 1300 metri creano un microclima ideale dove, temperatura ed umidità costante, completano l'opera dei maestri norcini.
Può essere gustata dopo tre mesi.














Vuoi per il numero vuoi per la forma che l'insaccato assume durante la maturazione, la Mortadella è nota anche come " coglioni di mulo".













Quando la si taglia si presenta una fetta di un rosso intenso, dove spicca il cuore bianco del lardo.
Gustandola troviamo un mix fra la compattezza e intensità di sapore dell'esterno con la dolcezza e croccantezza del lardo.








(Foto tratta da www.eccellenzadabruzzo,it)


Noi abbiamo avuto il piacere di assaggiare la Mortadella del salumificio Nonna Ina (www.nonnaina.it) uno dei pochi che continua a produrre seguendo la tradizione locale.



































                           (Foto tratte dalla pagina Facebook "Nonna Ina")


Questo prodotto rientra nei P.A.T. ( Prodotti Agroalimentare Tradizionali) prodotti ottenuti con metodi di lavorazione , conservazione e stagionatura consolidati nel tempo , secondo regole tradizionali uguali per tutto il territorio, per un periodo di tempo non inferiore ai 25 anni.












La  grande richiesta . soprattutto da parte dei turisti, ha indotto una produzione industriale  ( tagli di carne non pregiate, lardello congelato, budello precucito)  che non ha nulla a che spartire con questi coraggiosi norcini.

Cercate prodotti che magari hanno un prezzo leggermente superiore ad altri, ma che mantengono la tradizione e la genuinità di questi prodotti che...ti fanno fare la pace con il mondo.























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