EVENTI

SALON DU CHOCOLAT MILANO 2016







Il famoso Salon du Chocolat è arrivato a Milano. A 20 anni dall'inaugurazione di Parigi ecco la prima edizione italiana che ha  avuto come location The Mall, una delle nuove sedi di eventi della città meneghina.

Come per le edizioni passate è stata una golosa occasione non solo per i chocoholic, ma anche per tutti quelli che amano  il "cibo degli dei".
Oltre agli stand espositivi dei nomi più importanti della cioccolateria italiana ed internazionale, la manifestazione ha offerto al pubblico conferenze, degustazioni guidate, showcooking, presentazione di libri, sfilate.









L'Italia è stata ben rappresentata con nomi quali Domori, Guido Gobino, TortaPistocchi, Maglio, T'A Milano, Guy Odin, Venchi.






L'originale e gustoso cioccolatino Vesuvio

Un moggio Guy-Odin al Salon du Chocolat


Fra i nomi internazionali spiccava quello di Pacari, Joy Flor e Aruntam.






Lo stand della TortaPistocchi sempre affollatissimo ha presentato, oltre alle classiche e ben note versioni, la nuova torta al rum con uvette imbevute nell'aromatico distillato. Per fortuna Claudio ha aperto un negozio a Milano in modo da poter gustare le sue meravigliose torte ogni volta che vogliamo coccolaci.







Stesso affollamento presso gli stand di Domori e Gobino. Da Domori ho fatto la scorta di Porcellana, il mio preferito da sempre ( e non facile da trovare anche perché la produzione è molto limitata e non garantita ogni anno), un delizioso criollo Venezuela 70%.  Porcellana è stato il primo criollo presentato sul mercato italiano. Il suo gusto ricorda il pane tostato, il burro e  come questo regala un'appagante morbidezza e rotondità, come pure una dolcezza fuori da comune, dovuta sia alla caratteristica propria del cacao sia alla presenza di zucchero di canna sapientemente utilizzato.








Da Gobino tappa obbligata l'acquisto per il gianduottini: di peso inferiore a quello standard ( 3,5 grammi contro i 6/7 "...per non avere sensi di colpa "come dice Guido ), fra i migliori sul mercato. Io preferisco la versione "fondente" senza latte dove l'ottimo cacao si sposa con la Tonda Gentile delle Langhe IGP.

Un altro criollo ( ...ebbene sì, è la mia passione!) l'ho assaggiato e subito acquistato, presso lo stand Akesson's: anche in questo caso un monorigine, un Madagascar al 75%.






L'aroma di questo cioccolato è molto intenso, dolce e fruttato nello stesso tempo. Perfetta l'acidità. Quello che mi ha conquistato è stata una piacevolissima ed intensa nota aromatica di pepe, tant'è che ho chiesto quale varietà di pepe fosse stato utilizzato. Grande è stata la mia meraviglia nello scoprire che non era stata utilizzata nessuna spezia. L'aroma è dovuto ad una "contaminazione" naturale poiché la piantagione di cacao è vicina ad una piantagione di pepe. Meraviglie della natura!

La Pasticceria Martesana, fore all'occhiello della pasticceria milanese, era presente con uno stand molto bello e con la produzione di Davide Comaschi ( da me intervistato durante l'ultima edizione di Re Panettone), Campione Mondiale di Cioccolato. Oltre alla ricca produzione  Davide ha presentato Galaxy, delle praline a forma piramidale con una faccia coloratissima: ad ogni colore corrisponde un gusto: fondente pralinato, fondente lampone, fondente rum, fondente passion fruit, al latte e caramello , bianco e vaniglia.



Le nuovissime praline Galaxy


L'originale forma ha ispirato la creazione di alcuni particolari gioielli, stella stessa forma e grandezza del cioccolatino, realizzati dalla designer RosaMaria Venetucci per Didoni, un esempio di arte a 360°.






Spesso, in manifestazioni come queste, si ha l'occasione di rivedere persone care con le quali si sono condivisi tanti momenti golosi. Dopo quasi vent'anni ho rivisto " in carne e ossa" Roberto Bava poichè i nostri rapporti ormai si limitavano ai social. Roberto è uno dei tre fratelli dell'omonima azienda vinicola. Responsabile del settore marketing ed esportatore, grandissimo amante del cioccolato ( è stato uno dei fondatori della Compagnia del Cioccolato ed è ancora ai vertici della stessa) ha sempre amato ed osato sperimentare abbinamenti fra  cioccolato con vini e distillati vari. Ricordo il cioccolatino al Barolo Chinato, ideato con Andrea Slitti dove troviamo all'interno una ganache con il famoso Barolo Chinato Cocchi; la Chiocciola d'oro, un delizioso cioccolatino  a forma di chiocciola ( purtroppo non più in produzione) con un acino d'uva imbevuto di grappa d'oro all'interno.

Roberto Bava





Ora il vulcani Roberto ha pensato all'annientamento fra cioccolato ed un altro grande prodotto piemontese: il vermut. E così, come ha fatto con  il Barolo Chinato rivalutato anni fa, ha ideato una pralina con ganache al vermut...ma non un vermut qualsiasi, ma il delizioso Vermuth Torino. Dimentichiamoci il sapore dei vermut vecchia maniera, quelli un po' vecchiotti densi, scuri e pastosi, utilizzati solo come base per alcuni cocktail: questo è piacevolmente aromatico, con spezie ed erbe sapientemente bilanciate, fresco , chiaro e leggero, quasi...da meditazione!
Dopo baci ed abbracci Roberto si è presentato con delle praline rettangolari ed un bicchiere di vermut con precise indicazioni su come degustare entrambi. Come al solito...Roberto ha fatto centro!
L'aromaticità del vino e delle spezie si sposano e si completano a vicenda, senza coprirsi ma esaltando le caratteristiche di entrambi.




Vermut Torino e praline con ganache 

Per essere la prima edizione meneghina, il Salon du Chocolat ha richiamato numerose persone e presentato prodotti di alta qualità.

Mancava a Milano una manifestazione che presentasse al grande  pubblico il top della produzione mondiale. Mi auguro, sia per me stessa che per tutti gli amanti del cioccolato, che sia riproposta con un maggior numero di espositori, soprattutto ai molti e bravi italiani non presenti a questa edizione.
































GELATO FESTIVAL MILANO


Dal 31 maggio al 2 giugno a Milano c’è stato il GELATO FESTIVAL MILANO una tre giorni dedicata ad uno degli alimenti più amati in Italia ed all’’estero, costola del noto Gelato Festival di Firenze.







La manifestazione, una delle tantissime che fanno parte del palinsesto ExpoDays 2013 , si è svolta all’ingresso del Castello Sforzesco. 16 i maestri gelatieri che hanno partecipato presentando un unico gusto. Scordatevi i tradizionali panna…cioccolato…nocciola…la creatività italiana ha fatto bella mostra di sé con delle creme elaborate ed abbinamenti innovativi.
Potevo non andarci?








...ah...becccata!


Comperiamo la “tessera” che da diritto a 5 assaggi ( e neanche tanto piccoli!) più un gelato cocktail.
Dopo un velocissimo giro per gli stand ci siamo fiondati a quello di L’ARTE NEL GELATO perché abbiamo visto la locandina che pubblicizzava un gelato al cioccolato con cacao dell’Ecuador e così…alla faccia di ogni comune ed elementare regola della degustazione…eccoci a gustare un buonissimo, cremoso ed intenso cioccolato…che però ha in parte penalizzato le nostre papille per i gusti successivi sottoponendole ad un superlavoro!

 
Nonostante l’intensità del cioccolato il gusto successivo è riuscito a lasciare una piacevolissima sensazione: nella crema ambrosiana di Massimiliano Corrado di Loano (SV) nonostante i tuorli d’uovo si sentivano…eccome…il gelato non risultava per niente pesante, ma piacevolmente rotondo.


Crema Ambrosiana
I successivi “assaggi” sono stati la crema agrumi Val Tindari di Toni Cafarelli di Firenze ed il gelato Al riso nero lomellino di Cristina Berlo di Vigevano( PV).
Il primo era proprio una crema all’arancia, non un sorbetto o granita, una crema con un freschissimo e deciso sapore di arancia esaltato da un’idea di cioccolato fondente grattugiato e cosparso in cima. Mai assaggiato un gelato all’arancia così cremoso e gustoso!


Crema Agrumi Val Tindari
Il secondo più che un gelato sembrava una crema al cucchiaio fredda: molto morbida e vellutata, forse dovuta alla presenza dell’amido del riso nero Venere, la cui presenza cromatica che si evidenziava da numerosi puntini neri.


Gelato al Riso Nero Lomellino
Dopo una pausa salata…ci siamo rituffati nel festival passando ai gelati cocktail: quattro le proposte due alcoliche e due analcoliche. Praticamente dei frappè a base di gelato ed altri ingredienti serviti in bicchieroni.
Le proposte erano Mojto e Irish Ginger Banana per gli alcolici e Black Ice Amarena e Strawberry Peach per gli analcolici sponsorizzati da una nota marca di sciroppi di frutta italiana.
Noi abbiamo preso Irish Ginger Banana preparato con rum chiaro, Bailey’s,g gelato al cocco, succo di banana, sciroppo al sapore di Pan di Zenzero e ghiaccio e Straberry Peach con gelato alla vaniglia, sciroppo di pesca bianca e fragola e ghiaccio.
Troppo dolci…troppo pasticciati…troppo densi…troppo…troppo!


Fra gli stand c’era un laboratorio itinerante per la produzione del gelato: un grande pullman con un lato completamente in vetro che lasciava vedere i macchinari e le fasi di lavorazione del gelato chiamato “Il Buontalenti” in onore di Bernardo Buontalenti, l’architetto fiorentino “prestato” alla pasticceria ed alla cucina che inventò il gelato come noi lo conosciamo.

Bernardo Buontalenti

Il laboratorio itinerante

Abbiamo poi assistito a “ La storia più dolce del mondo” storia del gelato presentata da Angelo Grasso, maestro gelatiere, autore di libri e docente di gelateria, persona simpaticissima e molto preparata che ci ha intrattenuto piacevolmente per più di un’ora raccontandoci, fra una battuta e la preparazione di un fior di latte, la storia del gelato dalle neviere arabe ai giorni nostri.
Delizioso il fior di latte, assaggiato per pura gola perché il bibitone precende ci aveva completamente chiuso lo stomaco…

 

Angelo Grasso durante la preparazione del fiordilatte
Avevamo ancora due tagliandi per altri assaggi, ma non siamo riusciti ad assaggiare altro…peccato perché c’era il gelato alla Mandorla al profumo di Sicilia e Stevia di Mirko Bellasio di Lissone…quello Caramello al fior di sale himalayano di Luigia Matrella di Cerignola…quello Caffè lime con panna alla Cachaca di Marcia Gabin di San Paolo Brasile…speriamodi ritrovarli alla prossima edizione!









PANETTONE D'ESTATE




Giovedì 25 luglio si è tenuta la quinta edizione de " Panettone d'Estate" manifestazione dedicata al dolce meneghino ideata dal "Gastronauta" alias Davide Paolini, noto giornalista gastronomico.




Paolini è stato uno dei primi ( se non il primo) a voler destagionalizzare il " pan del Toni" e farlo gustare anche fuori dal classico periodo delle festività invernali.


Insieme a Davide Paolini
E quale provocazione migliore se non proprio d'estate, periodo in cui si pensa ad assaporare tutt'altro che il dolce natalizio?


Longoni, Bonanomi, Paolini ed Alain con una cabrio carica di panettoni

Presso l'Eat's Store di Milano, all'interno dell' Excelsior, alle spalle del Duomo, è partito il tour che toccherà le principali località vacanziere fra le quali Rapallo, Lago d'Iseo, Capri e che si concluderà a Forte dei Marmi, con un'appendice a Tokyo in ottobre.


Interno di Eat's




Per l'occasione si sono riuniti 17 fra i più bravi artigiani di questo dolce lievitato, ognuno con le personali varianti sul tema.


Maurizio Bonanomi e ...la sua " creatura"!

Fra i tanti c'erano i " miei" preferiti e cioè Maurizio Bonanomi della Pasticceria Merlo di Pioltello, Emanuele Comi dell'omonima pasticceria di Missaglia, Davide Longoni di Monza ( che è anche un grandissimo panettiere) e Claudio Gatti con la sua buonissima " focaccia".

Emanuele Comi

Erano in degustazione libera panettoni al cioccolato e peperoncino, alle olive, ai fichi secchi e zibibbo, al limone ed alle pesche e basilico, ma il più apprezzato e richiesto, per fortuna, era quello tradizionale, cioè con uvette e canditi ( cedro ed arancia).


Davide Longoni

Claudio Gatti


Etrusca, la focaccia aromatizzata alla birra di Claudio Gatti




La foto di rito dei partecipanti è stata scattata attorno ad un magnifico ed imponente panettone tradizionale da ben 7 chili, fotografato anche da moltissimi visitatori, preparato da Maurizio Bonanomi uno dei pochissimi artigiani specializzati nella realizzazione di paste lievitate così grandi.






L'evento è stata l'occasione per gustare ottimi prodotti ed incontrare tanti amici " golosi": Alessandro Marengo di ReLanghe, Luca Amodeo sommelier AIS ed Emanuele Bonati foodblogger e direttore di BlogVs nonché consulente gastronomico di EAT2.


Luca Amodeo


Emanuele Bonati tenta di scappare con il malloppo




Ho portato a casa un quarto del maestoso panettone e...questo è quello che ne è rimasto!








MILANO WHISKY FESTIVAL  2013




Sabato 9 novembre si è aperta l'ottava edizione del Milano Whisky Festival.





La grande passione per i SIngle Malt ha spinto due grandi amici, Giuseppe Gervaso Dolci ed Andrea Giannone, durante una vacanza in Scozia, a tradurre in pratica la loro passione cioè diffondere la conoscenza e la cultura del whisky in Italia.


Andrea Giannone e Giuseppe Gervaso Dolci
Il Festival è diventato una delle pochissime occasioni sia per gli appassionati che per i neofiti per scegliere e degustare fra 2500 etichette ricercate e rare, spesso difficili da trovare in commercio ( o con prezzi proibitivi!)





In ogni edizione sono premiati tre whisky: uno per la categoria CONNOISSEUR ( invecchiati oltre 18 anni o con una gradazione alcolica superiore ai 48°) ed uno per la categoria DAILY ( fino a 18 anni d'invecchiamento).




La grande novità di quest'anno è stata la sezione LADY :whisky, appartenenti ad entrambe le categorie, le votati da una giuria di sole donne.




Per l'edizione 2013 l'ardua impresa è stata affidata ad una giuria di esperti che ha degustato ben 29 distillati a livello individuale ed " alla cieca" cioè senza sapere nulla del prodotto ( nome, grado alcolico, distilleria di provenienza, metodo di produzione...) valutando la componente olfattiva, gustativa e l'equilibrio finale.


Alcuni dei campioni da provare alla cieca
I primi sei classificati, poi, sono stati rivalutati, sempre alla cieca, insieme e così gli otto giurati ( quattro donne e quattro uomini) dopo aver piacevolmente ed appassionatamente discusso su ogni singola sfumatura aromatica hanno proclamato il vincitore per ogni categoria.


La giuria al lavoro




Il Pozzo di San Patrizio ha avuto il grande onore di essere stato convocato come membro della giuria, la quale era composta da grandi esperti fra i quali un docente di birra, un barman ( anzi...barwoman) distributori ed il gestore del Mulligans, uno dei più famosi ed importanti pub di Milano.


Giuseppe Dolci una delle anime del Milano Whisky Festival



La premiazione è avvenuta nella sontuosa sala Le Baron dell'Hotel Mariott, sede storica della manifestazione, e sono stati Andrea e Giuseppe a consegnare le targhe ai rappresentanti delle singole distillerie in Italia.







Andrea e Giuseppe con il rappresentante dell' Aberlour A'bunadh
durante la doppia premiazione



Per la sezione Connoisseur si è qualificato al primo posto Aberlour A'bunadh, al secondo Caol Ila Silverseal 10 y.o. ed al terzo Caol Ila Vintage 18 y.o.















Mentre per la sezione Daily medaglia d'oro a Bowmore 15 y.o., d'argento a Maccallan Sienna e di bronzo a Highland Park 18 y.o.











Durante il pomeriggio ho avuto modo di assaggiare l'ultimo nato di casa Talisker, lo Storm, un giovane whisky, fresco ed impetuoso proprio come una tempesta dove le note torbate si fondono piacevolmente con quelle sapide e salmastre.



Ho degustato nuovamente il vincitore assoluto dell'edizione 2013, Aberlour A'bunadh: bellissimo color ambra-dorato con riflessi rubino, morbido e rotondo sia ala naso sia in bocca con un aroma fruttato intenso di ciliegia matura, caldo e pieno, con deliziose note finali di fumo. Meraviglioso!






Per ultimo ho provato un whisky giapponese: lo stand era affollatissimo ed ho dovuto attendere non poco prima di avere il mio bicchiere di Nikka Pure Malt Black: un riuscito equilibrio fra fruttato, quercia, torba e caramello. Molto particolare.






Che dire, quindi per concludere...slainte!


Con Emanuele Bonati di CibVs





RE PANETTONE 2013


L'ultimo week-end di novembre coincide con un goloso appuntamento a Milano: Re Panettone, la manifestazione dedicata al dolce natalizio meneghino.




Giunta alla sesta edizione, voluta, creata e curata da Stanislao Porzio, napoletano verace trapiantato a Milano e che adora questo dolce, Re Panettone presenta al grande pubblico il meglio della produzione artigianale.



Stanislao Porzio

"Il Sapore dei Sogni" era il titolo di quest'anno ed i sapori hanno incanto non solo le pupille gustative, ma ci hanno fatto letteralmente sognare!
I 40 artigiani venuti da tutt'Italia ( ed uno anche dall'estero) hanno presentato, oltre al panettone tradizionale, le loro innovative creazioni.





Tutti quanti ben consapevoli che, anche se chiamati per comodità "Panettone al..." sono solo delle ottime paste lievitate con mirtilli...castagne...limoni...parmigiano...perchè con il nome "panettone" si può chiamare SOLO quello che rispetta la ricetta tradizionale e poco importa se preparato a Milano, a Roma o in Basilicata.




Il Pozzo di San Patrizio ha partecipato anche quest'anno alla manifestazione conducendo le tre degustazioni programmate per sabato 30 novembre.




Giuso, uno degli sponsor

Un delizioso zenzero candito


















































La location dell'ex Ansaldo in Via Bergognone è stata presa d'assalto da centinaia di persone sin dall'apertura alle 11 di sabato: alcune si sono recate direttamente negli stand dei pasticceri già noti, altri, dopo aver assaggiato i vari tipi di dolce, hanno deciso quale acquistare. In ogni caso tutti sono usciti con uno o più panettoni, grazie anche al prezzo di 20 euro il chilo ( a fronte dei 25 - 32 nei singoli negozi) concordato dai produttori, cosa non da poco in questi periodi.
Fra i vari momenti della giornata sono stati premiati i migliori pasticceri per la categoria "tradizionali" ed "innovativa".


I pasticceri in attesa del responso della giuria





La parte del leone l'ha fatta Sal de Riso che si è qualificato primo in entrambe le categorie.
Maurizio Bonanomi della Pasticceria Merlo di Pioltello (Milano), grande amico del PdSP, ha conquistato il secondo posto, come pure si è classificato secondo nella speciale gara indetta dalla Gazzetta dello Sport, alle spalle di Alfonso Pepe.


Maurizio Bonanomi appena premiato come secondo
Il panettone tradizionale di Maurizio

Si sa che s'inizia a mangiare con gli occhi e nel caso del panettone, prima di rimanere affascinati da glasse...coperture varie...o anche dalla semplice ma gustosissima scarpatura cotta a regola d'arte, l'occhio è catturato dalla confezione ed ecco, come ogni anno, il concorso "I custodi del Panettone" per il miglior packaging sostenibile.































Tantissimi i prodotti tradizionali ed innovati che mi sono piaciuti: il "panettone" al limone di Carmen Vecchione di Dolcearte (AV), per esempio. L'avvolgente e fresco profumo e sapore di limone si deve esclusivamente alla scorza candita dell'agrume, unico frutto presente. Persistente, ma non invasivo "sgrassa" la bocca invogliando a mangiarne subito un'altra fetta.


Carmen Vecchione nel suo stand


Oltre al "panettone" al caffè e cioccolato bianco già assaggiato a Pinerolo. segnalo quello agli agrumi e rosmarino di Vincenzo Tiri di Acerenza (PZ), una vera e propria esplosione di profumo e sapore prima al naso e poi in bocca.


Vincenzo Tiri
Il particolare panettone agrumi e rosmarino



Buonissimo. come sempre, quanto semplice nella sua versione tradizionale il penettone di Franco Buletti di Airolo, Canton Ticino(Svizzera): il suo profumo e sapore di burro m'incanta ogni volta che ho la possibilità di gustarlo!



Il Ticinese Franco Buletti

Non ci sono aggettivi per descrivere il panettone tradizionale di Attilio Servi di Roma: bisogna solo gustarlo!



Attilio Servi

Una certezza di qualità sono le focacce di Claudio Gatti della Pasticceria Tabiano (PR):una su tutte quella particolare allo zafferano.



Claudio Gatti, una grande amico del PdSP

Come abbinamento quest'anno c'erano i vini selezionati da "Civiltà del Bere": per le mie degustazioni ho scelto Ben Ryè di Donna Fugata, Albana di Romagna passito di Poderi Morini e Latinia della Cantina Santadi, vini che vi consiglio in alternativa ai meravigliosi moscati italiani.










PANETTONE IN VETRINA

Da qualche anno a questa parte assistiamo alla numerosa nascita d'iniziative e manifestazioni dedicate al panettone anche fuori dai confini della Lombardia, patria storica ed indiscussa del dolce natalizio.
Il 16 e 17 novembre si è tenuta a Pinerolo la nona edizione de "Panettone in Vetrina", una delle più seguite e rinomate.







Il Sindaco di Pinerolo durante la cerimonia d'inaugurazione
Pinerolo è la patria del panettone ""stile piemontese " e cioè più basso che alto, alleggerito rispetto alla ricetta originale milanese e soprattutto ricoperto da una ricca glassa di nocciole Piemonte, le migliori del mondo, stesa rigorosamente a mano.
Capostipite di questi dolci è stata la Galup, piccola ditta che lavorava ( e lavora) a livello artigianale nata appunto a Pinerolo nel 1922.





Il coloratissimo stand della Galup



In questa edizione i migliori artigiani hanno presentato le loro creazioni, dalle più classiche alle più fantasiose.
Fra i 34 pasticceri presenti vi segnalo Maurizio Bonanomi della Pasticceria Merlo di Pioltello (Milano) che oltre al suo favoloso panettone classico ( definito il migliore da molti suoi colleghi presenti!) ha presentato il profumatissimo panettone ai mirtilli, dove i frutti di bosco semicanditi davano la sensazione di gustare il frutto fresco ed il mitico pere e cioccolato.




Pere e cioccolato

Maurizio Bonanomi


Vincenzo Tiri, giovane e promettente artigiano di Acerenza (Potenza) ha presentato un profumatissimo ed avvolgente panettone con cioccolato bianco e caffè ed uno con mele , Calvados e cannella.



Vincenzo Tiri















































Non poteva mancare Claudio Gatti della Pasticceria Tabiano con le sue famose "focacce" : un lievitato ultra soffice , arricchito da frutta candita ed imbevuto con birra o distillati vari.

Claudio Gatti e le sue "focacce"


La frutta candita utilizzata per le "focacce"






Attilio Servi di Roma, oltre ai suoi classici prodotti, ha strabiliato tutti con la "Focaccia del Contadino" un lievitato con Parmigiano Reggiano e pere candite: soffice, un sapiente equilibrio fra dolce e salato...assolutamente da provare accompagnato, a mio parere, anche con qualche affettato.



Attilio Servi


La deliziosa "Focaccia del Contadino"






Il Pozzo di San Patrizio era presente alla manifestazione ed ha condotto durante le due giornate, degustazioni guidate sul panettone.





La serata del sabato si è conclusa con una cena di gala alla presenza di tutti i pasticceri partecipanti autorità ed organizzatori, offerta dalla Galup.


I rappresentanti della Galup




L'affollatissima sala del ristorante

I dessert, però, sono stati offerti dai singoli artigiani ed...è stata l'apoteosi del dolce!

Una strepitosa, quanto semplice, crostata di pere

...c'è solo l'imbarazzo della scelta...



Delizie al limone: profumatissime e delicate


Nonostante le numerose portate della cena, nessuno ha voluto rinunciare a questi veri e propri capolavori dolciari, con la promessa collettiva di mettersi a dieta...da lunedì!










  UN MAGNUM...PERSONALE

Un giorno, mentre stavo viaggiando in metropolitana, noto una pubblicità del Magnun Algida: scegli il gelato...la copertura...i top...


Leggo meglio e scopro che questo negozio si trova in Piazza San Fedele: devo andarci!








Il Magnum è uno dei due soli gelati industriali che mangio, solo d'estate e non più di tre per stagione, rigorosamente Doubble Chocolate. L'idea di poter scegliere tutto da sola, di personalizzare un Magnum ...mi alletta e non poco.
Cerco su Internet e scopro che questo è il primo negozio aperto in Italia ed è un temporary shop ( sarà aperto solo fino al 30 di settembre) e che il 10 luglio c'è stato Ernst Knam, mio guru per il cioccolato, che ha realizzato cinque kisses particolari. Ach...me lo sono perso!


Sabato scorso cerchiamo il negozio: nella deliziosa e nascosta piazzetta nel cuore di Milano è uno dei pochi esercizi commerciali ed inoltre la fila e le persone sedute all'esterno...non lasciavano dubbi.

 
Piazza San Fedele
Leggiamo le "istruzioni" appese alle pareti per non perderci nessun passaggio.



Sono le 12,30, non abbiamo ancora pranzato, ma questo non ha nessuna importanza.
Facciamo lo scontrino: 4 euro...un po' caro...speriamo valga la pena!
Iniziamo. Due basi: vaniglia e cioccolato. PURTROPPO non c'era il cioccolato, quindi mi tocca la vaniglia ( oggettivamente buona e cremosa) ed il gelato nudo e crudo è estratto da una confezione sigillata.
Passo successivo la scelta dei topping: li conto e sono ben 21 esposti in bella mostra in ciotoline con il loro nome. Ci sono le classiche granelle , ma DOP e IGP come la Tonda Gentile delle Langhe ed il Pistacchio di Bronte ; piccole meringhe e pinoli bio; i più originali come i petali di rosa, il sale di Maldon, i brownies, il caramello salato, peperoncino rosso e palline coloratissime speziate o effervescenti. Gli altri...non me li ricordo!

 

Se ne possono scegliere tre che vengono messi in mini shaker d'acciaio ed agitati proprio come se fosse un cocktail.
Lo stecco poi è immerso nella copertura ( fondente, al latte , bianco) e subito dopo il mix shakerato vien versato su entrambi i lati con grande maestria dai " pleasure maker" , commessi gentilissimi, tutti parlanti un inglese molto fluently ( finalmente!) con tanto di scritta sul dorso della maglietta.

 
Essendo un gelato "appena fatto" è adagiato su un vassoietto di cartone che aiuta a non perdere nulla di quanto è stato versato, ma non è ancora finito...perchè c'è un'ulteriore colata di cioccolato fuso ( stesse tipologie della copertura) e l'apposizione di un tondino di cioccolato con il logo (bianco o fondente a seconda della scelta del cliente).



Andiamo a sederci ai tavolini ( tutti a forma di stecco) e penso già che mi sbrodolerò completamente. Invece il freddo del gelato ha solidificato completamente la copertura fissando perfettamente tutti i topping.

Il mio Magnum era alla vaniglia ( forzata) copertura fondente, sale di Maldon, sfere speziate e brownies con colata di cioccolato fondente


Il mio Magnum...

mentre quello di mio marito vaniglia, copertura fondente, granella Tonda Gentile delle Langhe , sale di Maldon e sferrate frizzanti e colata di cioccolato bianco.

 
...e quello di mio marito
Risultato finale: molto buono! Peccato che la mia plesasure maker abbia calcato la mano con il sale: non che non lo ami, anzi, ho una vera e propria passione per tutti i vari tipi.
Questo pregiatissimo sale proviene dall'antico borgo della contea di Essex ( ad est di Londra) ed ha la caratteristica, oltre alla forma piramidale dei suoi cristalli, di presentarsi in scaglie croccanti che non si sciolgono immediatamente in bocca, esaltando ancor di più gli altri sapori, ma nel mio caso essendo troppo presente, ha parzialmente coperto la piccantezza delle piccole sfere rosse, mentre quello di mio marito, che ha potuto farlo dosare, era decisamente più equilibrato.
Conclusione...mi spettano ancora due Magnum per quest'estate...







CERETTO

Martedì 14 maggio sono stata invitata alla presentazione delle novità della CERETTO (www.ceretto.it) , nota casa vinicola piemontese che raccoglie sotto il suo nome numerose ed importanti aziende agroalimentari d’eccellenza.



 
La presentazione si è svolta nel cortile e nei portici del Museo Diocesiano di Milano, nella bellissima zona delle Colonne di San Lorenzo.




Per fortuna, dopo giornate di pioggia, la presenza di un caldo sole ha permesso di spostarsi da uno stand all’altro con tranquillità. Sembrava di essere a una festa privata: tavolini con poltroncine in vimini sparsi qua e là… persone che chiacchierano piacevolmente salutandosi con ampi sorrisi e strette di mano…tavoli ricolmi di vini e distillati sotto i portici ed eleganti gazebo nel prato centrale che proteggevano dai raggi del sole i gustosi e preziosi prodotti.
Mi ha accompagnato Alessandro Marengo, presidente della Relanghe, che oltre agli onori di casa mi ha fatto da cicerone.
Dopo una prima tappa al tavolo dei vini di casa Ceretto, con la coda dell’occhio intravvedo un gazebo con dei formaggi. Alessandro, conoscendo la mia passione, mi ha presentato Gian Domenico Negro cuore e anima della ARBIORA (www.ceretto.it/gusti) azienda specializzata in formaggi di capra (fra i miei preferiti!) Gian Domenico è un grandissimo appassionato e si vede che ci mette il cuore in quello che fa: si capisce da come “racconta” ogni singolo formaggio. Vengo a sapere che è merito suo se il numero di capre in Piemonte è notevolmente aumentato grazie appunto alla produzione dei formaggi caprini. Gian Domenico svolge un duplice ruolo in azienda quello di selezionatore grazie all’enorme esperienza maturata negli anni che lo colloca fra i grandi d’Europa e quello di affinatore perché cura i formaggi dalle prime fasi di lavorazione presso i produttori fino alla maturazione nelle cantine storiche di sua proprietà in quel di Bubbio e di Castelmagno.


Bra duro DOP stagionato
Gian Domenico Negro

Ho assaggiato una serie di caprini, iniziando da una Robiola di Roccaverano, delizioso formaggio di latte crudo caprino in purezza che raggiunge un massimo di due settimane di stagionatura in cantina, fiore all’occhiello dell’azienda. Ho avuto l’opportunità di assaggiarne una chiamata “riserva”: deliziosa! Sono passata poi a degustare dei caprini particolari: il SANDRE’ di forma cilindrica e avvolta da cenere di ginepro che favorisce il prolificare di muffe nobili che si sposano con la delicata e particolare tipologia della pasta; il TALI’ a forma di parallelepipedo a crosta lavata che conferisce una maggior morbidezza alla pasta; il CUBIO’ particolarissima robiola prodotta con l’inserimento di miele di girasole (non uno qualsiasi…ma quello di Thun!) direttamente nel latte. Questo fa si che la maturazione del formaggio diventi più lunga, sette settimane, ma con il risultato finale di una pasta morbida e compatta nello stesso tempo e con deliziosi sentori di miele e per ultimo il GARI’ una robiola ricoperta di farina di Nocciole Piemonte IGP Relanghe. Questa copertura regala dei profumi nuovi, molto particolari. Su un tagliere di legno mi hanno infine presentano anche una fontina d’alpeggio che si scioglieva in bocca e un vero, autentico Castelmagno una gioia per le mie papille gustative ed un ottimo Roquefort. Infatti, l’azienda ARBIORA non segue e seleziona solo formaggi italiani, ma anche grandi classici europei come il Camembert di Normandia il Comtè del Jura e rari Gouda olandesi.

 
Cubio,' robiolina con miele di girasole
La tappa successiva è stata da GUIDO GOBINO (www.guidogobino.it)
Volevo salutare Guido, sempre sorridente ed elegante, ma era letteralmente accerchiato da persone che chiedevano informazioni e lui, non si è risparmiato con nessuno. Non mi sono lasciata sfuggire l’assaggio dei suoi mitici minigianduiotti a latte e fondenti (5 grammi al posto dei 7-10 dei formati canonici “… per non avere sensi di colpa…” come dice Guido!) e di altre golosità anche se l’ultimo peccato è stato per lo zenzero ricoperto di cioccolato che a mio avviso è il migliore in commercio per il giusto equilibrio fra piccantezza del ginger thailandese e l’aromaticità del cioccolato extrabitter. C’era anche la versione ricoperta di cioccolato bianco, ma …anche se sono prodotti Gobino…io il cioccolato bianco…proprio non lo tollero!



Mix di praline


Il favoloso zenzero ricoperto


Già che ero lì…sono passata aRELANGHE (www.relanghe.com), prodotti che conosco molto bene. E’ stato dopo aver assaggiato questo che ho iniziato a mangiare il torrone.
Una quindicina d’anni fa ero a una degustazione guidata tenuta da Alessandro: quando c’è stato da assaggiare il torrone io ho declinato l’invito. “Perché non assaggia il torrone, signora?” “Perché non mi piace!” risposi e lui di rimando “… forse perché non ha mai assaggiato il nostro”. E, infatti…
Ho assaggiato l’ultimo nato di casa Relanghe, il Flor de Cana: stessa grande classica ricetta con ben il 50% di nocciole, ma con zucchero di canna grezzo proveniente dall’Ecuador. Oltre alla colorazione più ambrata e al sapore più deciso a parer mio risulta più friabile rispetto al tipo classico.

Il nuovo torrone Flor de Cana in monoporzione



Nel piatto in basso a sinistra deliziosi acini d'uva passa ricoperti di cioccolato
Un’altra sosta che mi ha deliziato non poco è stata quella al tavolo Van Zeller, produttori di porto fin dal 1780, uno dei grandi marchi stranieri importati dalla Ceretto. Confesso che non conoscevo quest’antica azienda vinicola: mi ha fatto un breve ma dettagliato riassunto la figlia di Cristiano Van Zeller, attuale proprietario. Un sapiente mix di uve di diverse varietà, raccolte al giusto punto di maturazione e poste a riposare in piccole botti di quercia per tre anni. Francisca mi ha fatto degustare il Quinta Vale D.Maria spiegandomi quello che ho poi ritrovato sia il naso sia in bocca: un rosso intenso e brillante, persistenti profumi di frutta rossa matura e vaniglia, forte e deciso in bocca, si sente tutto l’alcool, ma nello stesso tempo molto morbido, quasi vellutato dove si ritrova ancora la vaniglia, ma non in forma invasiva. Ho fatto i miei complimenti alla rampolla di casa Van Zeller: lei, mi ha ringraziato mostrandomi con orgoglio la foto di suo padre e delle loro tenute.







































Mi sono imposta di non assaggiare più nulla…sia pensando al mio dietologo che alla riunione di lavoro che avrei avuto a metà pomeriggio, ma prossimamente una scappatina in Piemonte…quasi quasi…

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